Clima: restano solo 20 anni per salvare il Pianeta
La Carta di Roma ci suggerisce come intervenire
“Due generazioni, ovvero 20 anni, per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e dagli effetti devastanti che questi avranno sulla salute dell’uomo e dei territori” è l’allarme lanciato a dicembre dall’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi. “È questo il tempo che ci rimane per mettere in atto misure concrete. Fra 20 anni potrebbe già essere troppo tardi. Già oggi le morti in Europa legate ai cambiamenti climatici sono migliaia l’anno, ma saranno milioni nel prossimo futuro se non si agisce subito”. Il rischio è che le generazioni future non potranno più stare all’area aperta per gran parte dell’anno a causa dell’aumento delle temperature: “il pericolo concreto è che le ondate di calore, che nel 2003 hanno fatto 70mila morti, possano passare da periodi limitati dell’anno a oltre 200 giorni l’anno in alcune parti del mondo.”
I cambiamenti climatici provocano dei danni sulla salute che non sono visibili all’istante e quindi non è facile sensibilizzare istituzioni e cittadini, ma che sono devastanti. Già oggi, evidenzia Ricciardi, “l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 7 milioni di morti legate ai cambiamenti climatici, e in Italia ben il 12% dei ricoveri pediatrici in ospedale sono connessi all’inquinamento.” Uno tra gli effetti immediati delle ondate di calore è legato ai danni all’apparato cardiocircolatorio delle persone fragili, soprattutto bambini e anziani, ma è necessario prestare attenzione anche alle conseguenze indirette: il caldo potrebbe attirare le zanzare e comportare la possibilità di contrarre malattie tipiche dei Paesi tropicali, come la malaria. L’alternanza tra siccità e inondazioni potrebbe determinare anche problemi per le coltivazioni e negli approvvigionamenti.
Secondo Ricciardi “circa 250mila morti l’anno nei prossimi 20 anni saranno attribuibili, direttamente o indirettamente, al cambiamento climatico” ed è quindi necessario individuare, da parte di esperti e politici, strategie per invertire questa tendenza.
Per ribadire l’impatto tra cambiamenti climatici e salute, lo scorso dicembre si è tenuto il primo “Scientific Symposium on Health and Climate Change”, presso l’Istituto Superiore di Sanità, che ha visto la partecipazione di 500 ricercatori ed esperti di 24 Paesi differenti e si è concluso con la firma della “Carta di Roma”. Il documento, che ha l’obiettivo di suggerire azioni prioritarie alle istituzioni politiche ma anche di diffondere la consapevolezza sulle cause del cambiamento climatico, si articola in 24 raccomandazioni all’interno elle seguenti aree tematiche:
- Ambiente e Salute
- Cambiamenti Climatici e Zoonosi
- Scenari dei cambiamenti climatici
- Cambiamenti Climatici e Salute dei Bambini
- Città più salubri
- Salute Mentale e Cambiamenti Climatici
- Igiene dell’acqua e cambiamenti climatici
- Spazi Verdi e Blu
- Malattie trasmissibili e cambiamenti climatici
- Cambiamenti climatici e salute: Azioni comuni per lo sviluppo sostenibile
- Qualità dell’aria, politiche sanitarie “low carbon” e cambiamenti climatici
- Ecosistemi e salute
- Salute Globale e cambiamenti climatici
- Metodi, strumenti e necessità
- Da ospedale verde a ospedale sano
- Sicurezza alimentare e cambiamenti climatici
- Raccomandazioni dei portatori d’interesse
“Questa Carta vuole essere un richiamo alla responsabilità di tutti, soggetti pubblici e privati, decisori politici e semplici cittadini affinché ognuno faccia la propria parte per tutelare la salute collettiva.”
Il prossimo appuntamento sarà a Boston a settembre 2019 e avrà lo scopo di valutare lo stato dell’arte e di aggiornare, di conseguenza, le indicazioni.
Fonte: ufficiostampa.iss.it