Plastica è ora di cambiare
Uno studio dell’Università di Carolina, negli U.S.A. ha dimostrato ancora di più, in caso ve ne fosse bisogno, la drammatica situazione dell’inquinamento di plastica che abbiamo prodotto a livello mondiale. La produzione mondiale di plastica è passata dai 15 milioni del 1964 agli oltre 310 milioni nel 2020.
Ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani del mondo e, ad oggi, si stima che ve ne siano più di 150 milioni di tonnellate di plastica.
Dagli anni Cinquanta del secolo scorso, con l’avvio della grande diffusione dell’utilizzo della plastica, abbiamo prodotto 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, buttandone in natura circa 6,3 miliardi. Il 79% di questa plastica è finita nelle discariche e in tutti gli ambienti naturali, il 12% è stato incenerito e solo il 9% riciclato.
La plastica si trova ormai ovunque: se ne sono trovate tracce nei ghiacci, nelle grandi fosse marine, fino a 10 km di profondità. Se l’andamento della produzione proseguirà nella maniera attuale la plastica potrebbe raggiungere i 34 miliardi di tonnellate nel 2050, di cui almeno 12 tonnellate costituirebbero rifiuti sparsi in tutti gli ambienti. La plastica costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il cemento.
Anche i mari italiani contengono sono pieni di plastica: in particolare nel Tirreno settentrionale, tra Corsica e Sardegna, attorno alla Sardegna, la Sicilia e le coste pugliesi se ne si stimano almeno 2 kg. Si tratta di valori che superano quelli della famosa isola di plastica presente nel vortice del Pacifico settentrionale, dove in un’area di circa un milione di km quadrati la densità delle microplastiche è di circa 335.000 ogni kmq. Ad oggi gli scienziati mondiali stanno lavorando a due progetti per ridurre l’uso della plastica e migliorarne il suo smaltimento. Entrambi i progetti sono anche arrivati alla conclusione che i rifiuti di plastica potrebbero essere significativamente ridotti, sebbene non del tutto eliminati, utilizzando tecnologie già esistenti. Il che comprende il miglioramento del processo di raccolta e distruzione, la riprogettazione dei prodotti con l’obiettivo di eliminare gli imballaggi di plastica non riciclabile, aumentare la diffusione di contenitori riutilizzabili, e in alcuni casi sostituirla con altri materiali. Ma le soluzioni come il riciclaggio, che oggi si aggira intorno al 9% a livello globale, richiederebbero anche un grande aumento di impianti di trasformazione che attualmente non esistono. La plastica come si è visto rappresenta un problema da risolvere al più presto per la salute del nostro pianeta, una possibile soluzione passa soprattutto dall’uso consapevole fatto dai cittadini e dall’etica delle aziende. Non abbiamo più tempo da perdere!!!