Turismo spaziale
Il sogno dell’uomo di viaggiare nello spazio è diventato realtà già nella seconda metà del ventesimo secolo, ma è nello scorso mese di luglio che si è inaugurata l’era del turismo spaziale grazie al viaggio suborbitale effettuato dall’imprenditore Richard Branson a bordo della sua VSS Unity. Il volo del fondatore del Virgin Group ha battuto di pochi giorni quello del miliardario Jeff Bezos a bordo della New Shepard, prodotta dalla Blue Origin di cui è fondatore.
I voli spaziali delle due società utilizzano modalità diverse. Il razzo della Blue Origin decolla verticalmente, permettendo alla capsula dove si trovano i passeggeri di separarsi in volo e raggiungere un’altezza di 100km per poi ricadere sulla Terra utilizzando tre paracadute. La Virgin Galactic di Branson utilizza un enorme aereo da trasporto che, al punto previsto dal piano di volo, lascia cadere in quota un mezzo simile ad un grande jet che arriva ad un’altitudine di oltre 80km per poi effettuare la fase di discesa.
In entrambi i casi, fino a sei passeggeri possono vivere un’esperienza a zero gravità, staccandosi dai sedili per galleggiare e ammirare la curvatura della Terra.
Il successo dei voli sperimentali ha segnato l’avvio delle operazioni commerciali: sono oltre 600 i biglietti già venduti ad un costo che oscilla tra i 200.000 e i 250.000 euro. Si tratta, sicuramente, di un turismo destinato a un bacino estremamente ristretto di utenti, ma si ipotizza che in futuro i prezzi potrebbero diventare più accessibili fino a raggiungere circa 15.000 euro a tratta.